Per le strade, in ambienti sia all’aperto che in quelli chiusi, c’era una categoria particolare di semini, con la funzione alimentare della “frutta secca” oppure degli “snack”, ad avere la meglio sugli indici di gradimento dei ragazzi, e non solo, da una buona parte di tutti noi albanesi.
Dovuto alla carestia chiaramente, alla mancanza dei prodotti sul mercato alimentare, sia per quanto riguarda la quantità, ed anche per la varietà degli assortimenti, il consumo di semi di zucca e di semi di girasole tostati e salati era molto frequente e preferito in dimensioni molto allargate. Ma, allo stesso tempo erano nutrienti, poiché ricchi di proteine.
Davanti ai gradini dei condomini, in cui ci si sedeva a chiacchierare con gli amici, e ammettiamolo, un po’ con la cattiva abitudine di buttare per terra i gusci dei semi consumati, sembrava come se fossero passati degli stormi di uccelli che avevano consumato proprio lì il loro cibo.
All’entrata delle scuole – e questa era una cosa gradita sì, dai ragazzi, ma meno dai professori – c’erano dei venditori ambulanti che vendevano questi semini tostati, avvolti in coni di vecchia carta da giornale. I ragazzi ne compravano in quantità, in quanto erano di prezzo accessibile, ma la cosa peggiore era che dentro in aula addirittura, un po’ per il gusto di trasgredire proprio a certe imposizioni dei professori a riguardo, un po’ per alleviare lo stress di una eventuale verifica o interrogazione, il consumo di questi semini era incessante. Sotto i banchi, il pavimento si ricopriva dei loro gusci secchi.
Non festeggiavamo Halloween e non avevamo modo di adoperare per quell’evento la grande zucca svuotata, il cui contenuto era noto per questo particolare uso dei semi, ma ad ogni modo, la polpa della zucca la adoperavamo lo stesso in cucina per preparare vari piatti.
A me piaceva ad esempio, il “byrek” preparato con la zucca, in cui, diversamente dagli altri tipi di “byrek”, predominava la caratteristica dolce della zucca.
C’era appunto chi andava dietro a questi trattamenti, da quando i reticoli dei girasoli venivano svuotati dai semini, per poi tostarli, salarli e venderli. Stessa cosa anche per i semi di zucca, improvvisando così, l’avviamento di una piccola attività artigianale, la cui finalità diventavano la vendita ed il guadagno. E questo proprio perché la domanda per questi prodotti era alta.
Di recente, nella città in cui vivo qui in Italia, un giorno quando, tornando dal lavoro, per raggiungere la casa dovetti passare davanti al parco giochi dei bambini del quartiere, vidi due signore di mezza età, le quali, mentre prendevano un po’ d’aria ed osservavano i bambini che giocavano, nella panchina dove stavano sedute, notai che in continuazione, uno dopo l’altro, mangiavano certi semini..
La mia curiosità, spinta forse perché mi vennero in mente proprio i semi di zucca e di girasole che consumavamo in quantità da ragazzi in Albania, mi portò a chiederle con educazione e senza voler sembrare invadente, cosa stessero mangiando.
“Sono semi di girasole tostati e salati!” – mi rispose una di loro, che faceva da badante alla signora anziana.
“Io vengo dall’Ucraina e da noi questi semi sono molto preferiti anzi, noi ce li facciamo mandare proprio dal nostro paese, in quanto lì vengono venduti e confezionati già pronti. Ho qui un sacchettino, ecco, puoi favorire!”
In seguito, aggiunse: “Dunque, tu vieni dall’Albania? Sai cosa ho preparato per pranzo oggi? Una specialità che noi chiamiamo “dollma”, “Долма“ in russo, e che so che voi chiamate “japrakë”. Piace molto anche alla signora italiana che accudisco.
Sinceramente mi scappò da ridere, un po’ per la situazione creatasi, ma anche perché ebbi la conferma che soprattutto in emigrazione, certe vecchie abitudini proprie e tradizionali, anche quelle che pensavamo scomparse, nonostante il progresso e le distanze dai paesi di provenienza, forse in maniera un po’ invisibile, resistono comunque.
Fanno parte delle caratteristiche, delle usanze specifiche di ogni popolo e paese e, spesso allo stesso tempo, diventano anche oggetto di confronto come elementi che accomunano dei popoli.
Oltre a varietà già note nell’ambito gastronomico, di cui abbiamo la certezza che si consumano dappertutto nei Balcani ed Europa, quella del consumo dei semi di zucca e girasole, ad esempio, è una goccia nell’oceano delle tradizioni che potremmo avere in comune con altre nazioni, ma che a volte si presenta come fenomeno della cui esistenza, non eravamo nemmeno a conoscenza.