Chi mi conosce, ma anche chi ha già letto i miei libri Dove i bunker diventano coccinelle , InfoAlbania e/o articoli, sa che sono una ragazza italiana, sposata con un cittadino albanese e che frequento l’Albania dal 2008.
Da ormai 10 anni, quasi mensilmente mi reco nel Paese delle Aquile, i primi anni prevalentemente nella città di Scutari, al nord, mentre dal 2015 a Tirana.
Non mi sono limitata a queste due città, ma nei periodi di vacanza, con amici e parenti, l’ho visitata da nord a sud: Vermosh, Tamara, Velipojë, Lezha, Shëngjin, Fishta, Durazzo, Kavaja, Valona, Dhërmi, Saranda, Pogradec, Agirocastro, Butrinti.
Sono mamma di un bambino di un anno e per ovvie ragioni, ho limitato moltissimo viaggi e spostamenti. L’ultima volta che sono stata in Albania è stato ad agosto dello scorso anno, ci ho passato un mese con mio figlio, il che significa che sono trascorsi circa otto mesi, un periodo lunghissimo. Mai successo dal 2008 a questa parte.
Stavo proprio riflettendo su ciò che mi manca di questo Paese e devo dire che sono molte cose.
Potrei fare una lista. Anzitutto direi i sapori! Sono una buongustaia, anche se molti non lo direbbero, visto il mio aspetto minuto, eppure amo mangiare, adoro assaggiare tutto e sono una fan della cucina albanese!
Sogno un panino con qebab o qofte e birra Tirana, o Korça, a Tirana c’è un posticino dove li fanno divinamente, anche nella versione senz’aglio che e la mia preferita visto che sono allergica a questo bulbo.
Mi manca il formaggio bianco, anche se riesco a farmelo comprare e portare da mio marito, ma come tutte le cose mangiate in loco sono decisamente più buone. Mi mancano le olive, il pane di mais, il pesce fresco come il barbun (alias la triglia) mangiato al mare, le patate, il capretto, il burro che ha quel bel colore giallo, così diverso dal nostro, lo yogurt bianco con il miele…
Oltre al cibo sono altre le cose delle quali sento la mancanza: le lunghe passeggiate a Tirana, nel parco, per i viali alberati, le capatine nei vari negozi di cui ormai conosco bene le commesse e mi fermo così volentieri a scambiare due chiacchiere, tra un acquisto e l’altro, vedere le piante fiorite, soprattutto quelle di mimosa, che adoro, con il loro profumo inebriante e i rami pieni zeppi di puntini gialli già a partire dalla fine del mese di gennaio, i locali dove ascoltare la musica, bere un cocktail, incontrare ragazzi e ragazze, lo struscio serale, dove le famiglie e le coppiette ben vestite a braccetto passeggiano fino a piazza Madre Teresa.
Mi mancano le scene curiose come vedere l’ultimo modello di BMW o di Mercedes sorpassare un carretto pieno di fieno trainato da un asinello o dei “trasporti eccezionali” di mobili o animali.
Mi mancano l’azzurro intenso del cielo, le giornate al mare, passeggiando su spiagge semideserte perché la stagione turistica non è ancora cominciata, gli strani look e outfit di alcune persone che s’incontrano per strada, lo strombazzare allegro dei clacson.
Ecco queste sono alcune delle cose che un’italiana come me apprezza del Paese delle Aquile. Forse è inevitabili, dopo tanti anni di frequentazione, che l’Albania ti entri dentro, coi suoi sapori e colori, con il folclore della sua gente, con i suoi ritmi diversi a volte molto lenti, altre troppo frenetici, con il suo essere un Paese Balcanico fuori misura!