Il roaming per i paesi dei Balcani sarà archiviato soltanto quando questi entreranno a far parte ufficialmente dell’Unione Europea.
A chiudere le porte all’estensione ai Balcani del ‘roam like home’ – che oggi permette ai residenti UE di utilizzare i servizi internet alla stessa tariffa concordata in patria anche quando sono all’estero – è stata la commissaria europea dell’economia digitale, la bulgara Mariya Gabriel.
Quest’ultima, tuttavia, ha affermato che nei prossimi anni ci saranno riduzioni dei prezzi del roaming per questi paesi:
“Vorremmo ottenere risultati concreti in tre o quattro anni, ma l’UE ha bisogno di almeno dieci anni per parlare e concordarsi su questa questione.” – ha affermato Gabriel.
Riduzione del roaming per i Balcani Occidentali
Riduzioni che dovrebbero far scendere a circa 70 centesimi il costo di un MB di dati nell’estate 2019 e poi a 20 centesimo nell’estate del 2021. Per il commissario, inoltre, la riduzione dei prezzi del roaming è una priorità dell’agenda digitale dei Balcani occidentali, perché tutti i cittadini dell’area – insieme all’economia – ne trarranno beneficio:
“Crediamo nella prontezza dei paesi ad andare avanti.” – ha continuato poi Gabriel, aggiungendo che presto ci sarà un calendario preciso in cui sarà ridotto il costo dei SMS e delle chiamate.
Presso l’Agenzia delle comunicazioni elettroniche (AEK) della Macedonia, si è tenuta una riunione di lavoro dei rappresentanti degli organismi di regolamentazione per le comunicazioni elettroniche di Macedonia, Serbia, Bosnia, Montenegro e Albania, dove sono state fatte considerazioni sui risultati dei servizi di roaming, nonché sulle prossime misure che saranno adottate per ridurre i prezzi del roaming.
L’abolizione prima dell’entrata in Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Albania e Kosovo di tutti i Paesi balcanici – aveva suggerito ad esempio il think tank Biepag – avrebbe invece avvicinato i futuri cittadini di Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Albania e Kosovo al resto del Vecchio continente e persino ridato slancio all’allargamento e fiducia nel processo europeo. Auspici e benefici che, a Bruxelles, non sembrano essere stati del tutto colti.