Da Lucia Martino, Presidente dell’Associazione Vorea, riceviamo e volentieri pubblichiamo
È risaputo che per gli Arbëreshë la Pasqua è ‘La Festa delle Feste’. Quando ricorrono anche i 550 anni della morte di Skanderbeg, che significa l’inizio di quella diaspora imponente che ha portato al lento nascere dell’Arbëria, ti aspetti che ci sia una particolare sottolineatura dell’anniversario attraverso iniziative degne di nota.
E così è stato a Frascineto, dove a partire da domenica 1 aprile fino a domenica 15, si sono susseguiti tanti eventi importanti e sono stati presenti personaggi di spicco che hanno reso davvero speciale Pasqua 2018.
Le vallje formate dalle donne che indossavano l’elegante costume tradizionale sono state ancora più valorizzate dalla presenza del famoso attore albanese-americano Xhevat Limani che, vestito da Skanderbeg, fieramente e gioiosamente si faceva ‘catturare’ per essere liberato pagando il riscatto offrendo dolci e liquore.
La serata del martedì si è conclusa in piazza Albania con lo spettacolo del dramma epico ‘GJERGJ KASTRIOT SKANDERBEU’ con Xhevat Limani ed Era Hoxha.
Lo stesso spettacolo è stato rappresentato il 3 a Civita, il 4 a Lungro, il 5 a Cosenza, l’8 a Piana degli albanesi ed il 9 a S. Giorgio albanese. Il tour dell’artista fra gli Arbëreshë di Calabria e Sicilia è stato organizzato dall’associazione Vorea, realizzando il grande sogno dell’artista di festeggiare la Pasqua con gli Arbëreshë.
L’incontro con il famoso personaggio e lo spettacolo della storia del nostro grande eroe ‘SKANDERBEG’ ha costituito nelle varie Comunità Arbëreshe dove l’attore si è esibito, momenti di grande valore artistico ma soprattutto storico per la nostra realtà calabrese, dove, miracolosamente ancora continuano ad essere vive la lingua e la cultura Arbëreshe.
Frascineto ed Ejanina sono paesi che hanno saputo custodire gelosamente, nel tempo, lingua, rito, usi, costume e tradizioni, un patrimonio grazie al popolo ma anche ai numerosi poeti, scrittori, letterati e papàs ai quali i due paesi hanno dato i natali.
Il periodo pasquale, lo abbiamo detto, è il momento più rappresentativo delle varie tradizioni: i riti liturgici della ‘Java e Madhe’ le manifestazioni folkloriche che caratterizzano il martedì di Pasqua e la seconda domenica di Pasqua con i festeggiamenti della ‘Madonna di lassù’, la messa davanti al santuario e la riproposizione delle vallje ad Ejanina.
Quest’anno, sempre in onore di SKANDERBEG, anche per Ejanina è stato organizzato un collage di iniziative culturali ed artistiche. Sabato 14 è stata riproposta lo spettacolo della leggenda di ‘Costantino e Garentina’per rendere omaggio ad un illustre personaggio politico, il vice ministro degli esteri del Kosovo Gjergj Dedaj ed al giornalista prof.Ndue Lazri, presidente del FNAI con cui l’associazione Vorea ha condiviso interessanti esperienze in Italia ed all’estero.
La leggenda è il poema della ‘BESA’ che meglio rappresenta la nostra appartenenza al popolo albanese. La protagonista dell’opera, Rossella Bellusci ha interpretato, come sempre, in maniera molto professionale la madre che ha perso tutti i suoi figli e piange disperata sulla tomba di Costantino ricordandogli la ‘BESA’. Vellau Gjergj Dedaj, come il vice ministro ha voluto essere chiamato, ha assistito allo spettacolo commosso ma felice di trovarsi fra noi Arbëresh per ‘gustare’ la melodiosa ed antica lingua.
Domenica pomeriggio si sono riproposte le vallje che si snodano per il paese. Il vice ministro, estasiato dalle bellezze dei costumi ed affascinato dalle armoniose danze cadenzate con fantasiose evoluzioni ed i canti che rievocano scene di vita albanese e le gesta dell’eroe SKANDERBEG, si è fatto catturare insieme al professore da tutte le vallje e per essere liberato ha offerto con molta gioia cioccolatini e liquore a tutti.
La serata si è conclusa nella piccola piazzetta del paese con importanti artisti Shqiptarë, Arbëreshë e Calabresi.
Le vallje hanno formato un grande cerchio per fare da cornice agli artisti. Franco Frega, Santino De Bartolo, Michele Greco, Francesca Prestia hanno cantato alternandosi con le due bravissime cantanti Shqiptare Alida Hisku e Myfarete Laze. Tutti si sono esibiti con canti popolari famosi e la tradizione è diventata l’immagine di un passato rinnovato, di un popolo che vuole riappropriarsi di un’identità culturale che rischia di perdersi in una terra in cui gli Arbëreshë sono stati ospitati.
Sono certa che se evochiamo il nostro passato attraverso incontri e scambi culturali riusciamo a riportare alla luce la nostra identità e valorizzare il patrimonio che abbiamo conservato così a lungo.