Il nostro Oreste Licursi [Orèsti Luvëxhìnit Lëkurëzìravet] – vispo quanto mai e di una disarmante socievolezza sin dalla primissima infanzia – alle elementari, frequentate con singolare entusiasmo, si rivela uno scolaro modello. L’ottimo Eleuterio De Rosa (1), il suo maestro, ammette candidamente di non avere ormai più nulla da insegnargli.
Ai genitori, Luigi e Giulia De Rosa (ramo Lalakèl), consiglia vivamente di assecondare le straordinarie doti di apprendimento del loro settimogenito nato ad Ururi il primo maggio 1901. Detto, fatto! Nell’ottobre 1912 il piccolo Oreste entra nel Convitto Nazionale “Mario Pagano” di Campobasso. Il triennio delle Medie Inferiori?
È costellato di ottimi risultati, al punto che qualche insegnante comincia a sentirsi terribilmente “inadeguato” nei confronti… di questo “moccioso seppur geniale rompiscatole arbërèsh”! L’angusto Molise gli va decisamente “stretto”.
Bisogna salpare per nuovi lidi anche se, nel frattempo, l’Italia si viene a trovare in guerra con l’Austria-Ungheria di Francesco Giuseppe I d’Asburgo (“Cecco Beppe”). Nel settembre 1915 il quattordicenne rampollo dei Licursi, preceduto dalla fama di autentico enfant prodige, raggiunge Napoli. Accolto nel prestigioso Regio Liceo Ginnasio “Garibaldi”, intraprende, con grinta e passione, la “scalata” agli studi umanistici.
Le sue materie preferite? Italiano, Storia e… Latino. Ben presto, of course, riesce a catturare l’attenzione di docenti severissimi come Raffaele Niola (2) e Giovanni Lanzalone (3). Il Nostro, come invaso da sacro fuoco (di “foscoliana” memoria!) per le patrie lettere, brucia le tappe. Difatti, già agli albori del 1918 (in terza classe ginnasiale), i risultati trimestrali evidenziano il suo alto grado di preparazione e versatilità in tutte le discipline. Abbiamo detto 1918?
Ecco altre date salienti legate all’ultimo anno di vita del nostro Oreste. FEBBRAIO “18 / All’amatissimo padre Luigi, che festeggia il LV compleanno, scrive un biglietto nella lingua di Cicerone: «Exire Magnus ex tugurio Vir potest. Ad multos annos, Pater! = Anche da una modesta famiglia può nascere un Grande Uomo.
Auguri e per moltissimi anni ancora, Papà!». APRILE / Pietro Pellizzari, Preside del Liceo Ginnasio “Garibaldi”, accoglie un ospite d’eccezione: Ezio Garibaldi (4), in visita lampo nella Capitale dell’ex Regno delle Due Sicilie. Il Capo dell’Istituto delega (motu proprio!) l’arbërèsh Licursi, in rappresentanza di tutti gli studenti, a dare il benvenuto al nipote dell’Eroe dei Due Mondi!
«Signor Capitano», esordisce Oreste, «desidero salutare ed onorare in Voi, a nome dei miei compagni di scuola, l’Ardimentoso Italico Combattente forgiato da tre anni di epica trincea antiasburgica e tutta l’Illustre Progenie di Giuseppe Garibaldi, il Prode Vessillifero del nostro Risorgimento! A proposito, memore delle mie lontane origini albanesi e “prigioniero” di un forte richiamo nazional-popolar-patriottico, ho il privilegio di richiamare dalle brume del passato uno straordinario e lusinghiero giudizio sul Principe Regnante Nicola I Bàlshit-Pjètrit-Njëgùshit del Montenegro (Augusto Genitore della Nostra Amatissima Regina Elena).
In una lettera da Caprera, parlando delle più stimabili Nazioni d’Europa, il Vostro Leggendario Nonno scriveva: “Il Montenegro primeggia incontestabilmente tra queste e non so se sia maggiore il genio guerriero del Principe Nicola (5) o l’eroismo impareggiabile del suo popolo.
Entrambi sono di grandissimo merito”!». 24 MAGGIO / In un piccolo teatro partenopeo è in corso la presentazione dell’ultima “fatica” del filosofo Benedetto Croce (6): “Teoria e Storia della Storiografia”. Sono presenti, oltre all’autore, Giustino Fortunato (uomo politico ed eminente studioso meridionalista) e Eduardo Scarfoglio, il fondatore del prestigioso quotidiano campano “IL MATTINO”.
A moderare l’incontro è stato chiamato il dinamico prof. Raffaele Niola. Quest’ultimo, ad un certo punto dei lavori, invita il pubblico ad intervenire nel dibattito. Silenzio assoluto. In platea (ospitante convegnisti da tutta Italia) siedono, in prima fila, due giovanissimi imberbi che ascoltano seriosi. Il più vicino al tavolo della Presidenza, dopo una manciata di “interminabili secondi”, scatta in piedi rubando la parola: «Esimio Prof. Croce, due scarni quesiti. 1° – Oggi cade il terzo anniversario della nostra entrata in guerra.
Questa, ne siamo certi, avrà (prima o poi) un epilogo superbamente positivo ed eroico per i Fatidici Destini e la Gloria Imperitura dell’Italia nazional-liberal-sabauda, la “Grande Proletaria” come ebbe a definirla il poeta Giovanni Pascoli! E dopo? Ci ritroveremo a vivere in una Nazione più rispettata, amalgamata, equa? 2° – Nel marzo dello scorso anno crollava miseramente il plurisecolare Impero di Tutte le Russie per mano dei rivoluzionari bolscevichi e (si sussurra!) grazie ad alcune proditorie compiacenti forze finanziarie … giudaico-massoniche!
Ora, nell’eventualità dovessero dissolversi, a fine guerra, anche gli “odiati” Imperi Centrali (l’Austria-Ungheria di Carlo I d’Asburgo e la Germania di Guglielmo II Hohenzollern) la nostra vecchia tremebonda Europa potrebbe trarne giovamento dal punto di vista geopolitico o sarebbe condannata a subire, nei prossimi decenni, delle tragiche ed imponderabili conseguenze nefaste per alcune sue Nazioni?».
L’illustre cittadino di Pescasseroli nonché nipote di Bertrando e Silvio Spaventa, rivolto al moderatore bisbiglia in dialetto: «Ma da do vè chisto guaglione?». Subito, di rimando, l’imbarazzatissimo prof. Niola: «Perdonate, Don Benedetto. È un mio allievo al Liceo “Garibaldi”. Si chiama Oreste Licursi e viene dai vostri Abruzzi». «È la prima volta», riprende il filosofo fissando con bonomia il suo giovane temerario interlocutore, «che mi imbatto in uno studente dalle doti intellettuali quasi … divinatorie!
Anche noi crediamo fermamente in una ineluttabile radicale catarsi dell’Italia, all’insegna (però) del Diritto, della Libertà e dell’Uguaglianza sociale. Riguardo, inoltre, alla sorte ultima degli Imperi menzionati, formuliamo sinceri auspici affinché il nostro vecchio Continente non abbia, negli anni a venire, a pentirsi amaramente di una loro deprecabile mutilazione o scomparsa. Diciamo questo perché gli Stati o le Nazioni non possono perire a causa dell’eventuale malvagità dei rispettivi Governi!».
Ah, dimenticavamo. E l’altro temerario imberbe della platea? Risponde al nome di … Gobetti, Piero Gobetti (7). 26 GIUGNO / Oreste, in una lunga missiva ai suoi cari, annuncia gli esiti (più che strabilianti!) dell’anno scolastico 1917-18. L’accesso, quindi, alla quarta classe ginnasiale (o seconda liceo) è assicurato.
Riguardo alle vicende belliche in corso, da lui seguite sul quotidiano di Napoli “IL MATTINO” e sul settimanale “LA DOMENICA DEL CORRIERE”, segnala che un suo compagno di classe (appartenente ad una nobile famiglia partenopea) è scomparso da casa. Si paventa che possa essersi arruolato in incognito, come più volte avrebbe confidato agli amici più stretti. E la salute? Va bene. «Tuttavia giorni fa», ricorda Oreste, «ho avvertito un lievissimo mal di testa accompagnato da una linea di febbre ed un quasi impercettibile movimento intestinale ……. ».
FINE OTTOBRE /
Esattamente quattro mesi dopo questa lettera, il Nostro è visitato, inopinatamente, da una orrenda impietosa signora “Spagnola”, che gli ruberà la ancora gagliarda e radiosa giovinezza! Il giorno 26, assieme ad un manipolo di altri giovani (di fresco eroicamente immolatisi sul rosso Piave per preparare l’imminente Epopea di Vittorio Veneto), Oreste Licursi raggiunge i Campi Elisi!
ANNOTAZIONI /
- (1) – Nato nel 1869 ad Ururi. Gli annali cittadini lo ricordano come il primo e stimatissimo Insegnante Abilitato di Scuola Elementare della nostra Comunità.
- (2) – Docente di Storia Moderna e Contemporanea.
- (3) – Docente di Letteratura Italiana. Nato nel 1852 a Vallo della Lucania (Salerno). Allievo prediletto del grande Francesco De Sanctis, gode ottima fama di poeta, critico letterario e scrittore.
- (4) – Dodicesimo ed ultimo figlio di Ricciotti (a sua volta quintogenito di Giuseppe Garibaldi) e dell’inglese Constance Hopcraft, nasce a Riofreddo (Roma) nel 1895. A sedici anni partecipa alla spedizione di suo padre in Grecia. Nel 1914, lasciato l’impiego alle acciaierie di Terni, va nelle Argonne assieme al padre e ai fratelli Bruno e Costante. Nel maggio 1915 partecipa alla guerra contro l’Impero austro-ungarico nella Brigata “Alpi”: tre volte ferito, Medaglia d’Argento e promozione sul campo a Capitano. Piccola digressione. Un nipote di Camilla Licursi (una delle cinque sorelle di Oreste) avrà il privilegio di incontrare ed intervistare a Roma, nell’autunno del 1979, la nobildonna prussiana Erika Knopp von Kirchwald (seconda moglie di Ezio Garibaldi, venuto a mancare dieci anni prima).
- (5) – Discendente, per via diretta maschile, da Gùshi Bàlsha </b >a sua volta fratellastro del quinquisnonno paterno di Bàlsha III (Principe Regnante del Montenegro dal 1404 al 1421) ultimo Titolare della Prima Dinastia Albanese.
- (6) – Nato a Pescasseroli (l’Aquila) nel 1866. Nominato Senatore del Regno d’Italia (nel 1910) dal Sovrano Vittorio Emanuele III. Ha simpatie politiche per Giovanni Giolitti e diviene neutralista nel 1914. L’anno dopo accetta l’ingresso dell’Italia nella Quarta Guerra d’Indipendenza (24 maggio 1915 – 4 novembre 1918), ma non senza criticare aspramente gli eccessi della propaganda antitedesca. Nel dopoguerra ricoprirà la carica di Ministro alla Pubblica Istruzione (ultimo Governo Giolitti) dal 15 giugno 1920 al 4 luglio 1921.
- (7) – Futuro uomo politico e scrittore. Coetaneo di Oreste, nel 1922 pubblica il celebre saggio “La rivoluzione Liberale”. Gobetti, che morirà a Parigi nel 1926 (per i postumi di una aggressione, patita in Italia, ad opera di alcuni sciagurati e sedicenti “squadristi mussoliniani”!), vede nel Fascismo …… l’Erede delle insufficienze storiche della Democrazia! A questo punto, chi scrive (uno “sfrontato” ed incallito nazional-anarco-conservatore), chiede umilmente venia a quegli sparuti ed ineffabili “pseudodemocratici italioti” con la puzza sotto il naso se, involontariamente, ha contribuito ad alterare l’equilibrio dei loro trigliceridi. Ma tant’è. La Verità Storica (nuda e cruda) prima di tutto, sempre!