Dioràma Storico Arbëresh (1°)Uno straordinario e poliedrico Casato illiro-molisano sulle Ali della StoriaFamiglia arbërèshe di Ururi (Campobasso). Il suo Capostipite, Emanuele Luigi Michele Licursi (Manuvèi Vìxhi Kèli Lëkurëezì), era originario di Sarandë, una città situata nell’Albania sud-occidentale.Onchesmus (antico nome di Saràndë) fece parte del Regno di Epiro retto dalla Dinastia illira degli Eacidi (390-230 a.C.).Residenza preferita, durante l’estate, dai Sovrani epiroti, fu testimone del primissimo incontro tra la Principessa Olimpiade (figlia del Re Neottolèmo I) e Filippo II di Macedonia. Da quell’unione, come si sa, doveva nascere il più grande Condottiero di tutti i tempi: Alessandro Magno! Torniamo al nostro Emanuele. Pare si desse, fin da giovanissimo, all’attività mercantile e con risultati più che lusinghieri. Nel 1443, una data memorabile per gli Albanesi, il Principe Gjèrgji Kastriòti Skënderbèu inizia l’eroica lotta per il riscatto della Patria shqipëtare dall’ormai pluriennale giogo turco.La Serenissima Repubblica di Venezia, dopo un iniziale tentennamento, decide, al fine di garantirsi i propri possedimenti e traffici commerciali, di concedere qualche aiuto al temerario Principe guerriero shqipëtar pronto a sfidare il “Golia ottomano”. È in questi frangenti che al giovane Licursi si offre una occasione irripetibile! Il Governo del Leone di S. Marco autorizza la nomina di fiduciari mercantili (una sorta di agenti di commercio ante litteram) per tutelare ed incrementare i suoi affari nell’Albania meridionale e nella Grecia settentrionale. Per Emanuele, divenuto uno dei più quotati uomini d’affari di Saràndë, è facile inserirsi.Ben presto, difatti, viene contattato da alcuni emissari veneti, i quali gli affidano l’amministrazione e conduzione di due “fondachi” ubicati nel centro dell’antica Onchesmus. Conserverà tale incarico per quasi un quarto di secolo. Nel gennaio 1468 l’eroico Condottiero Skanderbeg, che aveva fatto registrare cocenti sconfitte militari a danno degli oppressori turchi, muore improvvisamente a causa di una febbre malarica. L’intera Albania precipita nel baratro della feroce e definitiva sudditanza all’Impero della Mezzaluna! Anche il nostro (ormai ultracinquantenne) Emanuele Luigi Michele viene a trovarsi in ambasce. Qualcuno gli fa balenare subito la possibilità di potersi “adattare” ai voleri del Sultano òsmanlo Maometto II senza danni sostanziali. Egli però, capita l’antifona, rifiuta sdegnosamente. Non vuole assolutamente abiurare la Fede cristiana dei suoi antenati e tradire la memoria di quanti si sono immolati per difendere la povera, sventurata ed amata Patria! Così, un giorno d’autunno del 1468, si imbarca con i suoi familiari nel porto dalmata di Pastroviç per approdare sulle coste pugliesi del Regno di Napoli, ospite del Sovrano Ferdinando I d’Aragona.