Il couchsurfing è un’esperienza unica non solo per la possibilità di viaggiare spendendo poco ma anche per l’opportunità di conoscere persone che prima del viaggio erano dei perfetti sconosciuti.
Al sito dell’ospitalità che conta oltre due milioni di iscritti, ci sono tanti albanesi residenti in Albania e altri paesi del mondo.
L’ospitalità è uno dei componenti fondanti della cultura albanese. Infatti, questo tratto caratteristico di molte città albanesi viene sottolineato quasi sempre in tutti i libri che parlano del paese delle aquile.
Chiunque di noi sia cresciuto in Albania, potrà testimoniare il grande via vai di parenti e amici per un qualsiasi evento. Una nascita, un matrimonio, un fidanzamento, una circoncisione, un battesimo o qualsiasi altra festa, è sempre stata l’occasione buona per aprire le porte di casa e ricevere ospiti. Quasi sempre nella case albanesi c’è la “camera degli ospiti” e si tratta della camera meglio arredata e in perfetto ordine.
Dopo gli anni 90, un terzo degli albanesi sono emigrati in Italia, Grecia, USA, Germania e altre parti del globo, portando con sé tutte le storie e le tradizioni della mitica ospitalità che contraddistingue la nostra terra. Nel 2005 mi sono imbattuto quasi per caso in un sito che mette l’ospitalità al centro dei suoi obiettivi.
Si chiama www.couchsurfing.com e ormai lo utilizzo da oltre 5 anni. Letteralmente vuole dire “surfare il divano”, o meglio andare di divano in divano.
All’inizio pensavo che non potesse essere vero. Tu ti iscrivi, offrendo una descrizione di te stesso e puoi decidere se ospitare viaggiatori che sono di passaggio nella tua zona, e nello stesso tempo chiedere ospitalità in giro per il mondo a persone che neanche conosci.
La visione del sito è chiara: “Immaginiamo un mondo dove tutti possono esplorare e viaggiare e creare connessioni significative con le persone che incontrano e i posti che visitano. Costruire connessioni significative tra culture diverse ci permette di rispondere alla diversità con curiosità, apprezzandola e rispettandola.
Apprezzare la diversità diffonde tolleranza e crea una comunità globale”. È la sintesi migliore per descrivere i motivi per cui una persona viaggi chiedendo ospitalità nei paesi dove va. Il sito conta oltre 2 milioni di iscritti in tutto il mondo e in Italia ce ne sono oltre 55 mila. I primi sono gli USA con oltre 400 mila iscritti, seguiti a ruota da Germania, Francia, Regno Unito e Canada.
In questa enorme esperienza non potevano mancare anche gli albanesi che vivono in Albania, ma anche quelli che vivono in giro per il mondo. Attualmente gli iscritti sul sito che vivono in Albania sono oltre 287 presenti prevalentemente a Tirana, Shkodra, Vlorë, Berat e Durazzo. Ad esempio, Ida, insegnante di inglese che vive a Berat, “la città dalle mille finestre”, patrimonio dell’Unesco, nel centro-sud dell’Albania, si è iscritta a couchsurfing a seguito del consiglio del suo fidanzato canadese.
Invece Zhuljeta di Tirana, lavora in una ONG che si occupa dell’integrazione delle persone non udenti, e le piace viaggiare. “3 anni fa volevo fare una vacanza con una mia amica in Australia e considerato il prezzo del viaggio, cercavamo un modo economico di pernottamento, – ci racconta – e un mio amico australiano che abita nella Repubblica Ceca mi ha suggerito di iscrivermi a couchsurfing”.
I suoi amici albanesi sostenevano che era una follia andare a casa di perfetti sconosciuti. Ma dopo il primo viaggio, Zhuljeta ha proseguito senza fermarsi. “Tutte le mie esperienze si sono rivelate molto positive e ho creato delle belle amicizie. In questo modo il tuo mondo si allarga. Penso che anche negli anni a venire, ospiterò gente da tutto il mondo in casa mia, nella mia camera, in macchina, e anche in una baracca se le altre soluzioni non fossero disponibili”, conclude sorridendo Zhuljeta.
Sono molto attivi anche tanti albanesi che vivono al di fuori dei propri confini e sembrano aver trovato in questo modernissimo sito, l’anticha sacralità dell’ospitalità albanese.
È il caso di Erald, ingegnere elettronico, nato a Tirana ma in Italia dal 1998. Dopo aver vissuto per 12 anni a Modena, si è trasferito a Milano da poco. Ha conosciuto couchsurfing tramite un reportage televisivo e subito gli è venuto in mente il detto albanese “A doni miq o i zoti i shtëpisë?!”, difficile da rendere in italiano ma che letteralmente significa “Volete ospiti o signore della casa”.
“Sono stato ospitato in Svizzera, Germania, Svezia, e altri paesi, – ci dice – e ho ospitato persone provenienti dalla Cina, Serbia, Gran Bretagna e altrove”. L’esperienza più significativa è stata quando a Nizza, il ragazzo che lo ospitava, gli ha dato subito una copia di chiavi di casa sua, cosi poteva ritornare quando voleva. A Erald piace il couchsurfing perché nelle città dove va non gli “rimangono solamente delle foto ricordo, ma anche amicizie e belle serate con persone che sono del luogo”.
Un altro couchsurfer è Ervis che vive da 13 anni in una delle più belle campagne della Toscana, Certaldo, città nativa di Boccaccio. Ha conosciuto il sito casualmente quando con un suo amico sono andati in vacanza in Islanda. La usa spesso perché gli interessa molto incontrare persone che non conosce con i quali lo lega la passione per il viaggio. L’esperienza più significativa l’ha avuta in Germania.
Un ragazzo che lo aveva ospitato la sera, la mattina dopo era andato a lavorare, lasciandogli un biglietto scritto: “Non volevo svegliarti perché mi sembravi stanco. Quando esci tira bene la porta dietro di te e se vorrai restare ancora sei il benvenuto”. Per Ervis, una cosa rara oggigiorno. Come dargli torto!
Ovviamente non potevano mancare esperienze d’Oltremanica. Briseida vive a Birmingham e lavora nel campo dell’economia. Ha conosciuto couchsurfing quando abitava a Milano, grazie al suo coinquilino che era iscritto. Tutte le sue esperienze sono state fantastiche e ha conosciuto gente interessante e si dice convinta di farne un maggior utilizzo nel futuro. “Mi ricordo di una volta quando insieme ad altri tre amici siamo stati a Padova dove abbiamo incontrato altri couchsurfer e abbiamo visitato insieme la città – ci racconta – è stata un’esperienza bella e penso che le persone che frequentano il sito sono disponibili e di mentalità aperta”.
Sono tantissimi anche gli stranieri che hanno visitato l’Albania attraverso questo metodo e continuano a farlo tutt’oggi. Le loro impressioni che si leggono scorrendo le pagine del sito sono sempre positive, come d’altronde il 95% delle esperienze che si hanno in generale su tutte le esperienze in scala mondiale.
Questo non è solo un modo per viaggiare in modo economico, ma qualcosa che va oltre. Si conoscono le tradizioni dei luoghi dove si va, si vive il quotidiano di tutte le persone, al di fuori dei percorsi turistici spesso stereotipati e soprattutto si capisce che l’umanità è cosi simile, nonostante tutte le apparenti differenze.