Il 17 dicembre 2012 è una data destinata a fare storia nel rapporto tra politica italiana e stranieri. La direzione nazionale del Pd ha firmato un ordine del giorno presentato dagli onorevoli Livia Turco, Jean Léonard Touadi e da Marco Pacciotti, responsabile del Forum immigrazione del PD. In pratica, il PD si impegna ad eleggere parlamentari di origine non italiana. Questa decisione è l’ennesima tappa di un percorso che aveva già portato gli stranieri residenti a votare nelle primarie del PD. Ma è anche un segnale forte di partecipazione e coinvolgimento che fa qualcosa di nuovo: fa i conti con la realtà. E’ la realtà, i numeri freddi e poco inclini a interpretazioni di parte, parlano di una popolazione di 5.011.000 cittadini stranieri che soggiornano regolarmente in Italia(cifre Dossier Immigrazione Caritas). Più della popolazione della Croazia, due volte la popolazione della Slovenia, per intenderci.Ad oggi i migranti regolari sono circa l’8,2% della popolazione italiana. Troppi per continuare ad essere ignorati o, peggio, essere usati quale oggetto di propaganda e paura. Manovra facile da compiere con il popolo dei “non elettori” che non può esprimere il proprio voto neanche nelle elezioni amministrative. E chi (giustamente) fa rilevare l’alta percezione degli stranieri nelle statistiche criminali, dovrebbe interrogarsi se esiste un rapporto di collegamento con la bassa percentuale degli stessi nel panorama politico nazionale. E allora quale migliore strategia che cercare di sopperire a tale mancanza, devono aver pensato dalle parti del PD. Pensato, proposto, firmato. La palla è stata colta al balzo da parte di almeno 30associazioni albanesi in Italia. Attive da sempre -tanto da giungere a costituire anche associazioni di secondo livello -hanno scritto una lettera aperta al segretario del PD, nella quale propongono anche un nome, creando anche una petizione online e un hashtag Twitter (#conissi). Si tratta di Issi Ademi, uno che rappresenta al meglio la storia della migrazione sotto tutti i punti di vista possibili. Arrivato in Italia come irregolare a bordo di uno dei gommoni che partivano dalla sua città natale, Valona, Issi ha studiato ad Arezzo, e dopo una laurea in scienze politiche, sta concludendo un master in “Responsabilità sociale d’impresa” presso l‘Università di Siena. ““Minore non accompagnato” ieri, neo cittadino italiano a servizio dell’Italia oggi, con anni di militanza alle spalle e un solido impegno sociale e politico in Italia, Issi conosce da vicino tanto le problematiche del Paese che l’ha accolto quanto quelle dei cittadini migranti e delle seconde generazioni” si legge nella lettera inviata al segretario, dove non si manca di ricordare che Issi è già attivo nel PD e membro del suo Forum Nazionale immigrazione.Ma, al di la della bella storia che sconfina nella poesia, la petizione dimostra anche solidità politica e sociale, insomma, pragmatismo. Degli 5.011.000 cittadini stranieri in Italia, 491.495 sono di origine albanese.Ad oggi i cittadini italiani di origine albanese sono oltre 40 mila, e ogni anno se ne aggiungono 7 mila. Tradotto: sono potenziali elettori che a febbraio saranno più inclini a votare per il partito che ha fatto candidare uno come Issi.E’ una corsa aperta al futuro e nessuno può pensare di restarne fuori. Issi non si scompone e risponde umilmente.“A prescindere dal risultato di questa azione collettiva senza precedenti, mi sento orgoglioso di appartenere ad una comunità che si unisce, sa unire e lavora per il bene comune di tutti, al servizio del paese che ci ospita.” E ne ha motivo: tra le centinai di firmatari si trovano anche persone di cultura come Roland Sejko, Igiaba Scego, Viorica Nechifor, Giovanni Armillotta, Antonio Caiazza, politici come Edi Rama, Ilda Curti, Roland Jaçe e Stefani Magi, o un’altra albanese di schieramento opposto comeKlodiana Cuka, da sempre vicina al PDL salentino.
Ieri sera il PD ha presentato le liste. Scorrendo si trova il nome del giovane italo-marochino, Khalid Chaouki, Responsabile nazionale Nuovi Italiani. L’altro sorpresa è Cecile Kyenge Kashetu, medico oculista già consigliere PD a Modena. Il nome di Issi manca, ma sarebbe fuorviante parlare di fallimento perché, per usare le sue parole, è bello poter scrivere di una comunità che sa unirsi e lavorare per il bene comune