L’integrazione dei paesi dell’Europa del est e dell’Europa centrale nella grande Comunità Europea. La data del 29 ottobre 2004, con la sua firma, ha segnato l’istituzione della Costituzione Europea. Si gettano i pilastri del mercato comune, della politica estera, della sicurezza, della giustizia ed anche delle iniziative di integrazione tra i gruppi dei paesi membri.
Quest’ultima ha suscitato nel corso degli anni un interesse particolare tra noti politologhi, sociologi, media e gli stessi cittadini europei. Il concetto di identità europea rimane avvolto da pensieri antagonisti. Alcuni commentatori lo descrivono come il bisogno di creare un identità comune in modo da accellerare il processo di integrazione ottenendo cosi un intreccio delle divisioni social-culturali.
Altri hano articolato l’idea del Europa e la sua identita come unita indispensabile in funzione dello Stato-Nazione sapendo che sin dal Trattato di Westfalia (1968) uno dei nodi cruciali della Modernizzazione europea è il sistema dello stato. Il processo di integrazione si basa sul concetto di un gruppo di paesi riuniti a cooperare e non solo. Esso è altresì un punto di partenza e di continuità delle strutture politico-sociali ed economiche. Bisogna vederlo come processo e progetto contemporaneamente. I tre punti di stesura di questo tema sono: il riconoscimento delle diversità e della moltitudine, del multiculturalismo e della cittadinaza. Il continento europeo si caratterizza da cleaveges etniche, socio-culturali, religiose ecc. Lo superamento di queste barriere si rende possibile con la nascità dei parametri ti cooperazione per portare ai standard della grande famiglia.
Come previsto da Jean Monnet e Robert Schuman, su come la cooperazione economica si sarebbe fatta da parte per lasciare il posto alla politica di cooperazione ed integrazione, cosi anche l’Unione Europea ha sottolineato i benefici promossi dalla comunità e dagli interessi comuni. Questa organizzazione racchiude oggi più di 27 stati membri ed oltre 500 milioni di cittadini e si spande dall’Atlantico ai confini della ex-Federazione Russa. L’ UE è una realtà in continua evoluzione. Il lungo processo di allargamento non è ancora a termine per i paesi candidati e futuri canditati come l’Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro. L’Europa di domani potrà contare più di 40 stati lasciando aspirare a scenari ancora più ambiziosi come l’attirare dei paesi che non hanno aderito per cause economiche o politiche come la Norvegia, Islanda, Liechetenstein o altri stati che appartenevano alla ex-Unione Sovietica.
Laddove coesistevano più di 23 lingue diverse, dopo il 2004, si aggiunge anche il bulgaro e il rumeno. In questo contesto parlare di una omogenizzazione di culture diverse non sarebbe corretto quanto una unione tra più particolarità.
L’identità collettiva è stata riconosciuta da entrambe le scuole di pensiero, sia quello classico che contemporano, come una condizione indispensabile per una processo decisionale democratico e per la stabilita dei regimi politici. Una grande avventura questa da parte della UE nel rafforzamento della interazione tra i paesi membri e l’alimentare della connessione verso l’economia e alla politica di cooperazione. In certi paesi membri, votare, significa facilitare l’integrazione, l’accesso alla comunità, migliorare il rapporto con la popolazione autottona. In altri, per via delle “Affirmative Action” quindi con l’introduzione delle quote nelle scuole e nelle università per l’ingesso dei studenti stranieri, si traduce come un dado vincente nella strategia di integrazione. A quanto pare, il metodo funziona, dato che si evidenziano grandi successi nell’ambito della rappresentanza. Come esempio menzioniamo Nyamko Sabuni, la prima ministra di colore in Stoccolma, mentre, in Londra, una cittadina nata in Marocco entra a far parte della “Lord Chamber” per chiudere con la taoista Anna Lo che è la prima cinese a diventare deputata d’Irlanda e dell Europa del nord.
L’Unione Europea ha intrapreso negli ultimi anni delle politiche culturali dando la precedenza ai paesi membri. Queste priorità si concentrano in tre ambiti principali:- l’istruzione media e universitarià sotto il profilo di scambio tra allievi e professori- la formazione professionale e le pari opportunità- la promozione delle attivita transnazionaliOramai, le risorse e le energie di queste politiche si sono armonizzate per lo svilupo dei progetti comuni. La UE, cosi facendo, incita, in particolare, l’acquisizione delle lingue straniere, l’acquisizione delle competenze tecnologiche, lo sviluppo dell’attivismo sociale e della capacità di lavorare in gruppo. I progetti di mobilità internazionale dei giovani come “Leonardo Da Vinci”,”Socrates” e “Erasmus”, insieme, hanno come scopo gli obbiettivi sopraelencati. Nell’anno 1987 l’iniziativa “Erasmus” contava 3.000 studenti mentre nel 2000 oltre i 111.000 solo dalle facolta di lingue straniere. Oggi partecipano 2199 istituzioni in 31 stati diversi. Le borse di studio sono state allargate anche per altri paesi e tra loro anche per l’Albania con fondi esternali.
I giovani passano un periodo da 3 a 12 mesi al paese ospitante per continuare la carriera academica, approfittando cosi non solo della acquisizione di una lingua straniera e di nuovi metodi di studio ma anche della convivenza in residenze con persone da tutto il mondo entrando in cotatto con diversi modi di concepire la vita. In ultimo, la Comissione Europea ha messo in vita un nuovo programma chiamato Lifelonging Learning Programme (LLP) con periodo 2007-2013 che raccoglie tutte le ramificazioni dei programmi menzionati prima in un tronco comune. Si sa che i giovani si possono considerare il barometro più sensibile verso le tendenze culturali e i sistemi dei valori. Oggi a 20 anni dalla caduta della “Cortina di Ferro”, sono proprio i giovani a dimmostrare che l’Europa non è più un sogno, che l’est ed ovest si uniscono, si muovono, viaggiano, scambiano messaggi, danzano, trasmettono canzoni, compongono melodie, intrecciano le proprie conoscenze, e si raccolgono come un boquet pieno di colori.