Le rimesse degli immigrati verso l’Albania calano di anno in anno. Se nel 2007 coprivano quasi il 14% del prodotto nazionale lordo, nell’ultimo anno la quota non raggiunge nemmeno il 5%.
L’immigrazione è uno fattori principali che influiscono in modo diretto sullo sviluppo economico e sociale dell’Albania negli ultimi 23 anni. Quasi il 30% della popolazione ha deciso di lasciare il proprio paese in cerca di una vita migliore. Le destinazioni principali restano la Grecia e l’Italia, paesi vicinie già parte dell’UE, tuttavia l’immigrazione ha interessato anche gli altri stati europei, gli Stati Uniti, il Canada,ecc.
Una volta sistemati i problemi economici personali nel paese ospitante, il loro contributo tramite le rimesse in patria è di grande aiuto per la famiglia e i parenti in Albaniae inoltre incentiva a sviluppare diversi settori dell’economia albanese.
Dopo il 2008, nel quadro della crisi globale e in modo specifico nei paesi ospitanti, le rimesse degli immigrati hanno subito un sensibile calo. In base alle cifre ufficiali pubblicate dalla Banca Nazionale di Tirana per i primi nove mesi del 2013 si calcola un calo del28% circa rispetto allo stesso intervallo di tempo nell’anno precedente. In cifre questo calo corrisponde a 136 milioni di euro in meno inviati dagli immigrati albanesi alle loro famiglie in Albania.
L’effetto negativo dovuto al calo delle rimesse nell’economia del paese è abbastanza palese dal fatto che nel 2007, prima della crisi globale, si raggiunse un picco massimo con la quota di 900 milioni di euro ossia 14% del prodotto nazionale lordo. Nel 2013, secondo gli esperti, la cifra dovrebbe essere inferiore al 5%.
Dunque il calo delle rimesse degli immigrati determina un impatto economico e sociale.
Il presidente della Camera del Commercio e dell’Industria britannica in Albania, Zenel Hoxha, ritiene che il calo dei contributi provenienti dagli immigrati abbia anche ulteriori effetti.
“Spesso le cifre rappresentano solo un modo per evidenziare un determinato fenomeno, ma sono le conseguenze quelle che devono essere identificate.
Le rimesse degli immigrati sono state e rimangono l’unico mezzo di sostentamento per molte famiglie in bisogno.Il loro drastico calo ha provocato una riduzione del consumo portando la povertà agli estremi con conseguenti problemi sociali come ad esempio il crimine in famiglia o in società- spiega Hoxha.
Il fenomeno del rimpatrio degli immigrati, principalmente dovuto alla crisi dilagante nei paesi ospitanti, Zenel Hoxha lo vede come un elemento positivo per la comunità e per il business.
“Questo perché essi portano con sé – se non hanno sufficienti risparmi- nuove conoscenze ed un’etica lavorativa che genera nuove opportunità nel business locale. Anche se in concreto non trovano un ambiente adatto per poter creare un proprio business, dato che le condizioni non sono sufficientemente adeguate e i propri risparmi sono costretti ad usarli per la loro reintegrazione in società.
Sostegno per i rimpatriati
Il ritorno degli immigrati in patria è un processo sociale, economico e psicologico alquanto complicato, soprattutto per coloro che nei paesi ospitanti sono entrati in modo illegale e ci hanno soggiornato e lavorato senza un permesso regolare.Per quest’ultima categoria a partire dal 1999 contribuisce anche l’organizzazione non governativa “Speranza per il futuro” che ha come obbiettivo quello di aiutare e facilitare la loro reintegrazione nella società albanese.
Irena Dono, direttrice di questa organizzazione racconta per il giornale DW che agli immigrati rimpatriati viene offerta una serie di servizi affinché riescano ad ottenere un posto di lavoro presso le piccole e grandi imprese per un periodo di nove mesi; inoltre sono previste facilitazioni per potersi inserire nell’ambiente lavorativo, sostegno finanziario per il perseguimento degli studi universitari e per i corsi di formazione.
“Altri servizi indispensabili per i rimpatriati, oltre ad una adeguata informazione sulla situazione e sulle possibilità che offre il paese, sono la consulenza psico – sociale, la consulenza legale e l’assistenza finanziaria per occasioni speciali. Una parte molto importante del nostro programma è la reintegrazione sociale, tra cui: incontri periodici noti come “ Casa aperta” che sonoliberi, aperti a tutti e un luogo d’incontro per i giovani che scambiano tra loro esperienze di vita trascorrendo un paio di ore in compagnia.
Queste esperienze sono molto utili perché i giovani socializzino tra loro, facendo nuove amicizie e qualcosa di diverso dalla solita routine, ma ci sono anche incontri in cui si discute di varie tematichein base ad un calendario prestabilito preparato dai servizi sociali. Il programma comprende anche attività integrative culturali, sportive e molto altro per il tempo libero.”
Irena Dono aggiunge che la sensibilizzazione sul rischio dell’immigrazione illegale è un’altra delle attività che è stata svolta in maniera intensiva durante gli anni del grande flusso migratorio. Quest’attività comprende l’organizzazione di incontri con i ragazzi delle scuole superiori in diverse città del paese.
“Le opinioni dei giovani sui rischi dell’immigrazione illegale sono state raccolte non solo tramite discussioni –conversazioni, ma anche tramite vari questionari distribuiti a questo scopo”- racconta per DW Irena Dono dall’organizzazione non –governativa “Speranza per il futuro” aTirana.
Articolo di Arben Muka. Pubblicato sul quotidiano Deutsche Welle del 19 dicembre 2013. Titolo originale “Emigracioni: Më pak mbështetje për ekonominë shqiptare”.
Tradotto per Albania News da Daniela Vathi