Genova si è fermata per i funerali solenni di 19 delle vittime del crollo di ponte Morandi.
Un lungo, commosso applauso ha accolto nel padiglione Blu della Fiera di Genova una delegazione delle squadre dei vigili del fuoco specializzate nel soccorso e recupero in condizioni estreme che hanno lavorato tra i blocchi in cemento del ponte crollato. Hanno recuperato sopravvissuti ma anche i corpi senza vita.
Anche loro, i vigili del fuoco, erano commossi e passando davanti all’altare hanno accarezzato una a una le 19 bare. Hanno tutti ricevuto l’abbraccio, la carezza dei parenti delle vittime come segno tangibile del grazie per aver almeno restituito loro una salma da poter almeno accarezzare con gli occhi guardando le bare e poi onorare nei cimiteri. Il grazie per aver comunque provato, e senza fermarsi mai, a salvare quelle vite.
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Per l’ultimo saluto a tutte le vittime del crollo del ponte Morandi – tra le quali i giovani albanesi Marjus Djerri e Admir Bokrina – erano presenti per l’Albania, in stretto collegamento con l’Ambasciatore d’Albania in Italia Anila Bitri Lani, il Console generale a Milano Anila Pojani, il Console Sadije Xheko ed il Console onorario Giuseppe Maria Durazzo.
Le massime autorità italiane e liguri hanno espresso il loro sentito cordoglio alle famiglie delle vittime. In particolare alla fine della cerimonia, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è intrattenuto con i parenti più stretti delle vittime, destinando ai familiari di Djerri e Bokrina parole di grande commozione ed esprimendo le condoglianze alla delegazione albanese:
«La presenza dei vertici delle istituzioni pubbliche, degli eroici soccorritori, delle decine di sindaci italiani, delle tante associazioni di volontariato che sono state mobilitate nel primo soccorso e nelle fasi successive, la forte presenza dei cittadini, hanno dato un senso pieno di profonda ed autentica partecipazione e condivisione – ha commentato il console onorario Durazzo – I fiori con i colori dell’Albania posti ai piedi dei feretri, vicino alle corone dei genovesi, hanno rappresentato con forza il legame delle vittime di origine albanese con la città di Genova».