Inaugurata lunedì scorso, la mostra fotografica su Ismail Qemali Bey Vlora rimarrà aperta fino al 28 novembre presso la Galleria delle Colonne al Teatro Edison di Parma.
30 foto, alcune delle quali inedite dagli archivi di famiglia, e 15 articoli dei giornali italiani dell’epoca, per raccontare la vita dell’uomo che fu decisivo per la secessione dall’Impero Ottomano e guidò il primo governo dello stato albanese ancora non riconosciuto dalle grandi potenze. Curato da Darling Vlora, pronipote di Qemali, e parte delle iniziative della Settimana di Cultura albanese 2010, è una mostra fotografica dal forte contenuto storico ed educativo, in cui si mettono in risalto anche i legami con l’Italia. La prima delle foto inedite che apre la mostra ritrae l’antico castello di Kanina, in cui una volta c’era la dimora dei Vlora, una delle casate albanesi parte dell’establishment militare e politico dell’Impero Ottomano. I Vlora lo lasciarono nel 1823 per spostarsi nel centro di Valona. Darling Vlora, che ci fa da guida, avrebbe voluto allestire una mostra solo con articoli di giornali italiani dell’epoca, per darle un taglio ancora più storico, pero la memoria visiva è altrettanto importante ed ha optato per una via di mezzo: foto e articoli con didascalie piene di spiegazioni storiche, utili da poter visitare la mostra anche in piena autonomia.
In alcune di esse troviamo ritratti di un Qemali giovane, in altre è in compagnia di altri attivisti del risorgimento albanese. 50 anni al servizio dell’amministrazione dell’Impero Ottomano, Ismail Qemali ha ricoperto sempre ruoli di rilievo a cominciare dall’età di 25 anni quando è stato nominato governatore di Varna (Bulgaria). Tuttavia, il suo rapporto con i poteri forti dell’Impero è stato travagliato: collaboratore stretto di Mit’hat Pascia, uno dei riformatori ottomani dell’epoca, è stato confinato dal 1877 al 1884. Invece, dal 1900 al 1908 si è allontanato dall’Impero per paura di essere confinato di nuovo o eliminato dal sultano Abdul Hamid II, visto che quest’ultimo lo aveva nominato quell’anno Governatore generale di Tripoli: era prassi comune eliminare gli oppositori di spicco, nominandoli in province periferiche dell’Impero.
Due anni riproposti anche nella mostra, il primo attraverso un articolo di “Tribuna”, noto giornale romano, che gli dedicò la prima pagina il 26 giugno 1900, e il secondo con una foto molto curiosa, che è girato anche come cartolina postale, con didascalia originale in italiano. Qemali rientrato dall’esilio nel 1908, viene accolto dal popolo di Valona con entusiasmo inedito: i cavalli del sua carrozza vengono liberati e sono i cittadini a portarla sulle loro spalle dal porto al centro della città.
Sono gli anni dell’attivismo di Ismail Qemali, eletto deputato del Sangiaccato di Berat al Parlamento ottomano ripristinato con la rivoluzione dei Giovani Turchi, nelle file dei liberali ottomani di cui fu anche leader: si battevano per un decentramento amministrativo, finanziario e giudiziario di tipo anglosassone e il riconoscimento delle nazionalità componenti l’impero, garantendoli anche altri diritti tra i quali l’istruzione nella lingua madre e la rappresentatività politica. Al suo impegno di liberale, ha sempre affiancato quello dell’autonomia e dei diritti del suo popolo, impegnandosi nel movimento nazionale albanese di cui è diventato uno dei leader. Presidente dell’Assemblea Costituente che fondò lo stato albanese, Primo Ministro e Ministro degli Esteri del governo provvisorio albanese che scaturì da quest’Assemblea, Qemali diede le sue dimissioni per via di un contesto sempre più ostile a luì da parte di altri notabili albanesi e delle Grandi Potenze che non riconoscevano il governo provvisorio e dopo aver sancito nel 1913 l’istituzione di uno stato albanese, stavano lavorando in loco attraverso la Commissione Internazionale di Controllo per la sua struttura. Tuttavia, non smise di impegnarsi per l’Albania fino a quando non si spense il 24 gennaio 1919 in circostanze poco chiare all’albergo “Brufani” a Perugia, la cui foto dell’epoca è inserita nella mostra.
E mentre Darling dovrebbe lasciarci per via di altri impegni, non possiamo non chiedergli quali tra le foto esposte sono le più importanti per lui. La più cara sarebbe quella che ritrae Ismail Qemali con i suoi sei figli, uno dei quali anche nonno di Darling, nel giardino di casa sua a Istanbul nel 1896. Invece quella di impatto storico più forte sarebbe lo scatto che lo immortala in compagnia di Isa Boletini, delegato del Kosovo nell’Assemblea Costituente, arrivato dal Kosovo con alcuni dei suoi uomini in piena prima guerra balcanica. Dalle parole di Vlora, e da una prima ricerca, sembra che non siano state allestite mostre di questo genere sulla figura di Qemali in Albania. Invece in Italia è la seconda. Ironia della sorte, anche la prima è stata curata sempre da Darling, per di più negli ambienti della sua abitazione privata a Sirtori, provincia di Lecco. Pare che anche la memoria storica di un grande uomo di stato come Ismail Qemali, in Albania si riduca in questione di famiglia. Ci si augura di non perderla come è successo con l’edificio dell’Assemblea Costituente che proclamo l’indipendenza: demolita nel 1925 dal Comune di Valona, l’originale dell’atto della dichiarazione d’indipendenza: smarrito, e lo scatto del giorno d’indipendenza, forse mai esistito: il regime comunista ha venduto per 50 anni come foto ricordo di quel grande evento, il primo anniversario dell’indipendenza.
Eppure Darling, come ha già dichiarato durante l’inaugurazione, continuerà ad impegnarsi che questa mostra non solo venga proposte in altre città italiane e in Albania, ma migliori nei contenuti e nella qualità. Chissà, forse per il Centenario dell’Indipendenza albanese. Nel frattempo, se avete una macchina oppure vi piace viaggiare in treno, siete appassionati di storia oppure semplicemente incuriositi da questa figura storica, non aspettate la prossima mostra su Qemali. Potrete imparare molto, soprattutto i cittadini di origine albanese. Del resto, Parma è anche una bella città.
“Ismail Qemali Bej Vlora – L’uomo che proclamò l’indipendenza albanese”Periodo: 22 – 28 novembre 2010Luogo: Galleria delle Colonne, Teatro Edison – ParmaIndirizzo: Largo 8 marzo nr. 9Contatti: www.scanderbeg.org, [email protected]