Sabato 20 luglio si è svolto a Milano l’incontro “Albania: 100 anni di divisione – Il Trattato di Londra 1913”, evento volto a sensibilizzare sulla decisione delle grandi potenze che ha deciso la spartizione dell’Albania dopo il crollo dell’impero ottomano.
La giornata, che ha visto la partecipazione di 46 associazioni albanesi in Italia e di circa 400 persone, è stata abbinata anche ad altre iniziative, come un esposizione fotografica dall’archivio Marubi, la mostra di documenti privati della famiglia Vlora e una importante esposizione dei quadri di uno dei più importanti pittori albanese, Ibrahim Kodra.
In questa cornice, la giornata è stata aperta con balli tradizionali albanesi. Poi è stata la volta del console di Milano, Gjon Coba che ha portato i saluti delle istituzioni, seguito da una breve introduzione di Erida Cela. Moderati da Lulzim Elezaj, gli insegnanti Ajet Ndreu e Zenel Bytyqi hanno esordito ricordando e raccontando la storia della resistenza albanese nei secoli, parte conclusa con l’intervento di Darling Ismail Vlora che ha illustrato la risposta che il governo di Ismail Qemal bej Vlora rivolse alle Grandi Potenze nel 1913 dopo aver appreso le clausole che decidevano le sorti dell’Albania.
L’incontro è proseguito con l’intervento dell’avvocato e storico Edoardo Fregosi, professore dell’Università di Parma che ha spiegato il Trattato di Londra in chiave geo-politica, incontrando il favore del pubblico che ha scandito il suo intervento con applausi ed apprezzamenti.
Altrettanto apprezzato è stato l’intervento successivo di Romeo Gurakuqi, uno degli storici più interessanti nel panorama albanese, professore presso l’Università Europea di Tirana. Il prof. Gurakuqi ha mostrato al pubblico vari documenti del Trattato di Londra, frutto di un lungo lavoro di ricerca e che venivano presentati per la prima volta.
Di volta in volta Gurakuqi ha spiegato il significato e l’importanza di questi documenti creando una panoramica fondamentale per cogliere tutte le sfumature del Trattato di Londra e, di conseguenza, del destino del paese successivamente al trattato. Tanti documenti non potevano non lasciare spazio a domande e interventi dal pubblico che ha avuto l’opportunità di dialogare con gli invitati e offrire un luogo di dibattito ed interazione.
Quello che è emerso da tale dibattito è la consapevolezza che, nonostante i torti del passato, il futuro dell’Albania, come quello del Kosovë e delle altre nazioni con minoranze albanese, non può realizzarsi che all’interno di un progetto europeo.
Conclusione, questa, giunta non solo dalle domande dei lettori, ma anche dalle risposte degli relatori, senza mai negare le origini, anche con l’aiuto della musica e balli tradizionali che hanno concluso la giornata di Milano.