Africa fiera di guerrieri nelle ancestrali savane
Africa che la mia Ava canta
In riva al fiume lontano
Mai t’ho veduta
Ma del sangue tuo colmo ho lo sguardo
Il tuo sangue nero sui campi versato
Sangue del tuo sudore
Sudore del tuo lavoro
Lavoro di schiavi
Schiavitù dei tuoi figli
Africa dimmi Africa
Sei dunque tu quel dorso che si piega
E si prostra al peso dell’umiltà
Dorso tremante striato di rosso
Che acconsente alla frusta sulle vie del Sud
Allora mi rispose grave una voce
Figlio impetuoso il forte giovane albero
Quell’albero laggiù
Splendidamente solo fra i bianchi fiori appassiti
È l’Africa l’Africa tua che di nuovo germoglia
Pazientemente ostinatamente
E i cui frutti a poco a poco acquistano
L’amaro sapore della libertà
“Amadou Hampaté Ba”
Una poesia letta con tanto amore all’apertura della settimana del migrante Incontri di popoli.
La Settimana del Migrante è un festival dedicato all’immigrazione e all’intercultura organizzato dalla Provincia di Parma, nel mese di aprile, e realizzato da oltre 30 associazioni di volontariato e promozione sociale composte da italiani e da cittadini stranieri di diversa nazionalità. Una settimana di dibattiti e spettacoli, che ha visto anche l’inaugurazione della mostra fotografica di Stefano Vivan Immagini di donne migranti.
Della mostra, che rimarrà aperta per tutto il mese di aprile in via Bandini, 6 presso il Forum Solidarietà al Centro Interculturale di Parma, ci parla Diana Teneva, una delle organizzatrici.
“Il volto delle donne fotografate, nella mostra fotografica, è specchio della loro interiorità. Dal Giappone a Parma,sorrisi che fanno sognare un’Asia incantevole. Dalla Russia e dal Marocco intrecci a Parma. Dal Messico un raggio di solе. Dal paese delle aquile e dal paese delle spezie, Albania e India, l’incontro a Parma. Le rose del deserto, Marocco e Tunisia. Dall’est sorge il sole: Bulgaria e Russia. Il sorriso più bello di Parma, la Costa d’Avorio.
Ed io mi sono fermata in quel sorriso di Asta Vinci della Costa d’Avorio, volto in mostra, per portare un po’ di gioia.
Quali sensazioni vivi tu, donna migrante?
“ La gente si chiede perché faccio sempre la parte della positiva. Forse perché non mi rendo conto dei problemi veri dell’umanità? Per questo che sorrido sempre?
Direi di no! La vita ci pone sempre ogni giorno innanzi a delle sfide, grandi o piccole che siano. Non dobbiamo perdere la speranza di costruire un’esistenza solida, basata sulla dignità. La vita è una lotta continua, possiamo trasformare qualunque cosa ci accada in un fattore positivo o negativo a seconda del modo in cui la percepiamo. Quando la determinazione cambia, tutto inizia a muoversi nella direzione che desiderate. Un sorriso sincero, vero è un dono che si fa ad un’altra persona….non è manifestazione di serenità.
Non mi piacciono le barriere, di nessun tipo… È l’uomo stesso che si pone gli ostacoli. Vorrei poter costruire un ponte che colleghi ogni parte del mondo e abbattere in questo modo qualsiasi diversità (culturale, razziale, di pensiero ecc). Vorrei un mondo senza egoismo, né odio. La diversità culturale è una ricchezza che va protetta (inclusi stili di vita, diritti fondamentali dell’essere umano, sistemi di valori, credenze e tradizioni).
Ho vissuto insieme a Stefano un bellissimo viaggio virtuale. Il fatto di approfondire la conoscenza di culture diverse attraverso le foto procura gioia. La bellezza di queste foto è bellezza poetica.
“Un pubblico non numeroso, ma molto attento, ha assistito ed ha animato la presentazione. Si è instaurata una dialettica fra l’autore, le persone che hanno posato per le foto e le persone che hanno partecipato all’evento difficile da dimenticare. Le domande e le considerazioni positive o critiche rappresentano per me un tesoro inestimabile! RITRATTI DI DONNE MIGRANTI è la mia mostra più significativa e la sensazione che ho provato quando ho stampato le foto la settimana scorsa non era la semplice emozione di un momento”, osserva contento ed emozionato Stefano Vivan.
Quando la bellezza intona il carattere, affascina e incalza mistero.