Quando giungeva il momento della merenda, era allora che la creatività e la fantasia dovevano ingegnarsi forse più di ogni altro momento della giornata dedicato a pasti o a spuntini, in quanto non c’erano tutti questi prodotti sia freschi, che confezionati e pronti di adesso, c’era poca frutta e tanto meno, gli ingredienti a disposizione, sufficienti per inventare qualche torta, dolce o salata, oppure dei biscotti, ecc..
La preparazione di quest’ultimi era destinata solitamente alla domenica, o per qualche ricorrenza e non ci si poteva permettere di averli a portata di mano per il consumo quotidiano – soprattutto le famiglie numerose – per merenda, colazione o semplicemente, come dolci da consumare alla fine di un pasto.
Non siamo qui introducendo dei ricettari dei dolci tipici della cucina albanese, anche perché ce ne sono di spazi a volontà che trattano di questi argomenti, ma l’intenzione era semplicemente quella di riportare una delle nostre merende di un tempo e che penso, sarà stata – gusti personali a parte – simile e che ha accomunato molti albanesi, giovani e meno giovani.
Quindi, a quel punto, per la merenda si ricorreva ad una sorta di dessert o dolce al cucchiaio – questo tanto per definirlo elegantemente – oppure più semplicemente: le uova montate a neve, oppure: “vezë të rrahura me sheqer”!
Ebbene: si separavano i tuorli dagli albumi, gli albumi si montavano a neve, sbattendo sul piatto l’uovo con una semplice forchetta, in quanto le fruste elettriche non esistevano ed era un’operazione questa, che richiedeva tra l’altro anche una tale energia, in quanto dopo un po’, il polso non si sentiva più dal dolore che causava il movimento dal rapidissimo ritmo.
Per determinare la riuscita adeguata della montatura dell’uovo, si effettuava anche una prova di verifica pratica: si capovolgeva il piatto, e se l’uovo rimaneva attaccato ad esso, questo avrebbe significato un successo, altrimenti, l’uovo poteva anche cadere sul pavimento, o addirittura, sporcare il “kilim” che si trovava steso lì vicino. Allora sì che iniziavano i guai..
In seguito, il tuorlo si poteva unire assieme allo zucchero e mescolati tutti insieme, si otteneva una bella crema dal colore giallo ocra.
Io preferivo aggiungere anche un po’ di polvere di caffè sopra!..
Un vero tocco di raffinatezza!
E’ da notare che questa, non è una cosa tanto remota, nemmeno totalmente esclusa dalla cucina in generale o dalla pasticceria di oggi, in quanto serve sempre anche solo come una delle tappe dei preparativi per tanti desserts o creme varie, ma la sua “funzionalità” vera e propria da merenda, la rendeva protagonista per noi, solo un tempo..
Intanto, occorreva fare attenzione e bisognava essere parsimoniosi nel consumo stesso delle uova, perché ad ogni famiglia era assegnato un coupon, “tallon”, il quale determinava mensilmente la quantità degli alimenti – tra cui, le uova – assegnati ad ogni famiglia, da acquistare nel negozietto vicino a casa. Oltre a quelle quantità, entro lo stesso mese, non ci si poteva andare.
Occorreva così, attendere il mese seguente con il proprio e identico coupon.
Di conseguenza, aspettare anche la successiva merenda fatta di uova sbattute allo zucchero – “vezë të rrahura me sheqer” – e, nel frattempo magari, inventarsi un’altra semplice e genuina varietà, tanto per il lusso di cambiare merenda…